Questo articolo è il primo di una serie dedicata ai nomi dei paesi, delle città, dei fiumi o dei passi di montagna che ho incontrato nel corso dei miei 11 anni e più di 100mila chilometri di viaggio lungo le ferrovie americane.
Durante tutti questi anni, il viaggio in treno non ha mai smesso di affascinarmi – sarà il dolce dondolio delle carrozze, sarà la luce dei lampioni che danza sul soffitto della carrozza mentre il treno corre di notte, saranno le decine di aquile, di bisonti, di cerbiatti che ho visto dal finestrino. Ma parte del fascino è anche dato dall’accarezzare, anche solo per qualche secondo, i luoghi piccoli e grandi in cui si è fatta la storia d’America.
Ecco, proprio partendo dai nomi delle località è possibile tracciare il contorno di innumerevoli vicende americane, come sa bene chi ha frequentato The Grid, il mio corso sui nomi americani.
Partiamo oggi, come in ogni coast-to-coast che si rispetti, da uno dei treni che vanno da New York verso ovest, arrivando a Chicago: il Lake Shore Limited.
Il Lake Shore Limited
Informazioni generali:
- capolinea: New York / Boston – Chicago
- partenza: un treno al giorno
- ore di percorrenza: 19

Il Lake Shore Limited è stata la mia chimera negli anni: il treno che avrei sempre voluto prendere, su cui avevo letto decine e decine di libri e articoli, ma che per qualche motivo non si incastrava mai bene nei miei itinerari americani. Sono riuscita a salirci finalmente nel 2022, e gli ho riservato un onore non da poco: quello di essere la mia ultima linea, l’ultimo pezzo mancante del puzzle, per poter completare l’intero sistema ferroviario americano (avevo dedicato a questo traguardo un post su Instagram qui).
Perché è un treno speciale? Non abbiamo lo spazio qui per poterci addentrare nella sua storia come si meriterebbe, ma questa tratta era considerata una volta come il Concorde del trasporto ferroviario: sui suoi binari passavano infatti i treni più eleganti, dotati di biblioteche, vasche da bagno e barbieri per gli uomini d’affari che viaggiavano ogni settimana da New York a Chicago and back.
Oggi quei tempi sono molto lontani e il Lake Shore Limited non brilla particolarmente per eleganza. Ma i luoghi che attraversa continuano a essere incredibilmente ricchi di fascino: dai grattacieli di New York alle colline docili della valle dell’Hudson, per passare poi alla parte più orientale della cosiddetta Rust Belt, quella “cintura” che unisce i vecchi centri propulsori dell’industria degli Stati Uniti e che oggi conservano solo un ricordo di quell’epoca negli scheletri delle fabbriche abbandonate – posti come Syracuse, Buffalo, Rochester o Gary (trovi un mio vecchio reportage da questo posto piuttosto inquietante qui). A unirli tutti, l’acqua: quella del fiume Hudson e del Lake Ontario, quella domata dell’imponente Canale Erie, o quella dell’immenso Lake Michigan.
Cosa ci dicono i nomi delle località toccate dalla ferrovia
1. The Bronx, Yonkers e gli olandesi
Poco dopo aver lasciato la Penn Station, il Lake Shore Limited attraversa diversi quartieri a New York: da Hell’s Kitchen all’Upper West Side, poi Harlem e Washington Heights. E arrivano Il Bronx e il sobborgo di Yonkers, noto soprattutto per aver dato i natali a uno dei miei personaggi preferiti in Friends:
L’origine di questi due nomi è piuttosto curiosa e ci riporta alle origini olandesi della città di New York (che infatti fino al 1664 si chiamava New Amsterdam).
Il Bronx deve il suo nome al colono svedese Jonas Bronck, che aveva comprato un grande appezzamento di terreno a nord di Manhattan dove aveva costruito la sua fattoria. A causa della fattoria, anche il fiume che la attraversava finisce per essere chiamato Bronck’s river, perché gli olandesi lo identificavano come “il fiume di Bronck”. E da lì il passo è breve: per dire “vado nella zona dei Bronck” dicevano “let’s go to the Bronck’s“, quel ck’s viene ridotto a una sola consonante ed eccoci qui a The Bronx. Peraltro, eccoti spiegato perché questo è l’unico borough a volere il “The” prima del nome (non diciamo infatti “The Queens”, ma solo “The Bronx”): è perché è l’unico toponimo che deriva dal nome di un fiume, che prima ancora veniva dal cognome di una persona.
Nello stesso solco anche Yonkers: deriva infatti dal titolo nobiliare olandese Jonkheer, che si dava di solito ai proprietari terrieri.
Certo non è semplice oggi “sbucciare” questi luoghi rimuovendo strati e strati di grattacieli, casette monofamiliari e magazzini. Ma possiamo farlo con l’immaginazione, facendo rivivere i terreni fertili, i fienili e i carri trainati da cavalli che c’erano lì una volta, proprio grazie ai nomi. E The Grid ti aiuta a fare proprio questo!
2. Un’abbondanza di nomi nativi: Poughkeepsie, Schenectady
Come ho raccontato in The Grid – Naming America, la prima volta che un territorio vergine viene identificato con un nome, quel nome è dato da una delle migliaia di tribù che occupavano i luoghi che ora chiamiamo “America”. E parte di quella toponomastica è ancora visibile oggi.
Ce ne accorgiamo, spesso, quando incrociamo posti negli Stati Uniti dai nomi che alle nostre orecchie suonano complessi. Pensa per esempio a uno dei miei toponimi preferiti, Poughkeepsie.
(ho una reference da Friends per qualsiasi cosa? Ovvio che sì. Questa poi mi piace particolarmente perché Ross si addormenta su un treno regionale mentre va a trovare la fidanzata proprio a Poughkeepsie!)
Poughkeepsie deriva dal toponimo nativo Uppuqui – ipis – ing: come moltissimi nomi nativi, anche questo descrive la località che nomina (i toponimi nativi hanno una storia incredibilmente affascinante, che ci prendiamo il tempo di esplorare in The Grid). In origine, infatti, voleva dire “la tenda coperta da giunchi vicino al torrente”.
Schenectady condivide la stessa origine: nella lingua dei Mohawk, infatti, skahnéhtati significava “laggiù oltre i pini”.
3. Nomi che ci portano all’età classica
C’è stato un periodo in cui, negli Stati Uniti orientali e soprattutto nello stato di New York, tutti i nomi delle nuove cittadine richiamavano l’età classica. Facci caso: prova a viaggiare con Google Maps, e non passerà troppo tempo prima che tu ti imbatta in posti come Syracuse, Rome, Troy, Cicero o Utica.
Il motivo è facile da capire: gli americani si sentivano protagonisti di un esperimento sociale mai visto prima nella storia. Dunque, perché fosse di buon auspicio, volgevano lo sguardo alle grandi civiltà del passato, nel cui solco gli Stati Uniti si sarebbero mossi.
4. Nomi che omaggiano località europee: Corfu, Rome, Milan
E poi ci sono tutti quei posti che prendono in prestito nomi di luoghi dall’altra parte dell’oceano. Questo succede per diversi motivi: spesso, il fondatore dell’avamposto veniva da un villaggio in Europa e, preso dalla nostalgia, chiamava quel luogo come il paese natio.
Altre volte però è puro wishful thinking: ovvero si dava un certo nome nella speranza che la nuova città avrebbe avuto qualcosa in comune con quella vecchia. E’ proprio questo il caso di Milan (pron. Mailan) in Ohio, chiamata così nella speranza che la comunità di coloni a pochi chilometri dal lago Erie avrebbe un giorno brillato per eleganza e raffinatezza, proprio come il capoluogo lombardo. Non ha funzionato, suppongo: ma il destino ha voluto che proprio a Milan nascesse Thomas Edison, motivo per cui oggi la piccola cittadina attrae qualche centinaio di turisti ogni anno.
Per scoprire altre storie come queste…
…che ti aiutano a leggere più in profondità le mappe americane, ti consiglio di iscriverti a The Grid – Naming America. Si tratta di un corso breve ma profondo dedicato al mondo dei nomi americani: non solo i nomi di luoghi (parliamo anche di Bronx e Milan), ma anche i nomi delle persone e dei prodotti più iconici d’America. Quante storie hanno da raccontarci questi nomi, se impariamo ad ascoltarli!
Ancora per pochi giorni, fino alla fine di agosto, è in promozione con il 15% di sconto. Perché non approfittarne?

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