Ieri è uscito il trailer ufficiale dell’attesissima Reunion di Friends, che andrà in onda negli States su HBO Max il 27 maggio. Quale migliore occasione per sguinzagliare la mega-fan che è in me e raccontarti qualche chicca su Friends e la cultura americana che scommetto non sapevi? Let’s go!
Qualche chicca che non sapevi su FRIENDS e la cultura americana
1. FRIENDS è molto più di una serie TV
Per la prima volta, infatti, in TV si vedeva un fenomeno che aveva da poco preso piede nella società americana e che sarebbe diventato poi globale: Friends è stato il primo show ad avere come protagonisti esclusivi dei ventenni alle prese con l’inizio della vita adulta. “Benvenuta nel mondo vero! Fa schifo, ma te ne innamorerai” dice Monica alla fine del primissimo episodio, quando gli amici spingono Rachel a tagliare le carte di credito per non vivere più alle spese dei genitori (“cut, cut, cut!”). Ed è un po’ come se Monica lo stesse dicendo a tuttə noi che tornavamo da scuola e li guardavamo in tv: la vita adulta è difficile, inciamperai e cadrai, ma sarà tutto più bello se avrai a fianco i tuoi best friends. Serie più recenti come E alla fine arriva mamma o Girls devono tanto a quest’idea.
2. NBC ha provato a inserire nel cast un adulto che facesse da “genitore” ai Friends
Nella tv americana (ma anche italiana) del periodo, il mondo delle sitcom era dominato dalle famiglie. I ragazzi combinavano qualche casino, ma i genitori erano sempre pronti a dispensare saggi consigli e lunghi abbracci alla fine di ogni episodio. Ricordi Il principe di Bel Air, Gli amici di papà o Blossom? Ecco. L’idea che una serie potesse invece esistere anche senza adulti dotati di buon senso era talmente rivoluzionaria che agli inizi i dirigenti del canale NBC avevano richiesto di inserire nel cast anche un poliziotto over 30 come “genitore sostitutivo”. Ti immagini se l’avessero avuta vinta e oltre a Chandler, Ross e Joey avessimo avuto anche Bob il poliziotto? C’mon!
3. Le caffetterie diventano cool grazie a Friends e al Central Perk
E a proposito di suggerimenti bizzarri: un’altra richiesta dalla rete era che la serie venisse ambientata in un diner, non in una caffetteria. Questo perché, grazie a telefilm di punta come Seinfeld, negli anni Novanta qualsiasi americano da New York al Wyoming sapeva cosa fosse un diner: un ristorante alla buona con tavolini e bancone unticci, burger e patatine, caffè a malapena bevibile e cameriere un po’ scorbutiche.
(siamo tuttə d’accordo: Rachel sarebbe stata benissimo anche con questo outfit)
Ma una caffetteria: che diavoleria sarà mai questa? Quando Friends debuttò 25 anni fa, Starbucks aveva solo una manciata di punti vendita e la coffeehouse culture – lo stare seduti a un tavolo e chiacchierare davanti a una tazza gigante di caffè, con musica soft in sottofondo – ancora non esisteva. O meglio: c’era, ma non era ancora universalmente cool.
4. Non a caso il Central Perk è nel Greenwich Village
Il caffè in realtà è sempre stato il carburante che fa funzionare New York e proprio il Greenwich Village – dove si trova l’appartamento di Monica, al 90 di Bedford street – era il quartiere della lavorazione dei chicchi. Ancora oggi, puoi vedere la prima macchina per espresso importata a New York: ha quasi 100 anni, ovviamente è italiana ed è in esposizione al caffè Reggio al 119 di MacDougal street, peraltro a cinque minuti dal condominio di Friends (coincidenze? Io non credo!).
Insomma, è anche grazie a questa serie tv (e ad altre di poco successive, come Una mamma per amica) se oggi amiamo sederci attorno a un tavolo in caffetteria a chiacchierare. Sì perché, come avrai immaginato, alla fine alla NBC si convinsero che la coffeehouse era l’ambientazione ideale per le storie di questi ragazzi e pretese soltanto che il divano fosse arancione anziché beige. Ebbene sì: l’iconico divano arancione non era incluso nell’idea originale.
5. FRIENDS non ha influenzato solo la cultura del caffè
Ma Friends non ha soltanto fatto esplodere la cultura del caffè, ispirando la nascita di una copia del Central Perk persino a Pechino. Ha contribuito a diffondere su scala globale l’idea stessa di come essere americani. In tutto il mondo guardavamo Friends perché per noi era l’America: amavamo questo gruppo di amici ironici, spigliati, divertenti e il loro appartamento a New York (come potevano permetterselo, chissà). Li guardavamo correre a Central Park, mangiare kg di cheesecake e pizze a domicilio, giocare a football dopo il tacchino enorme condiviso nel Giorno del Ringraziamento. Friends ha incarnato per decenni il lifestyle americano dell’informalità nelle relazioni, nella lingua inglese, nella moda. The Rachel, amano ricordare gli statunitensi, è stato il taglio di capelli più richiesto negli ultimi anni del millennio: un caschetto sbarazzino e scalato, proprio come quello che incorniciava il viso di Jennifer Aniston in quegli anni.
6. FRIENDS ha fatto la storia dei rapporti lavorativi tra il cast e la rete
Non sono soltanto l’ambientazione e i protagonisti però a essere cool in Friends. Gli attori hanno fatto la storia della tv con il loro modo “collettivo” di gestire le discussioni sul rinnovo dei contratti.
Fu la mia nonna americana a raccontarmi questo fatto durante il mio primo soggiorno negli States nel 2004: amava molto Friends rispetto ad altre serie come Sex and the City proprio perché si vedeva che i membri del cast andavano d’accordo e si rispettavano a vicenda, anche quando si trattava di argomenti spinosi come gli stipendi. Già 25 anni fa gli attori di Friends sapevano che questioni come questa causano amarezze e litigi sul set, così decisero sin da subito di affrontare le contrattazioni sempre insieme. Se uno di loro voleva chiedere un aumento, lo chiedevano tutti e sei: ed ecco come erano arrivati a guadagnare 1 milione di dollari ciascuno dalla sesta stagione in poi.
Questo genere di contrattazione ha aperto le porte a un nuovo modo di lavorare che si è visto anche in serie più recenti come The Big Bang Theory e Westworld. Inoltre, in una mossa femminista che ha anticipato i tempi, le attrici avevano preteso di avere lo stesso numero di battute e lo stesso stipendio dei colleghi uomini.
Insomma, l’impatto di Friends si fa sentire ancora oggi. E anche se sono passati più di quindici anni dall’ultima puntata, sono ancora qui a ricordarci che I’ll be there for you, cause you’re there for me too…
2 Comments
Giovanna
Articolo molto interessante e simpatico!
ElenaRefraschini
Grazie mille Giovanna per averlo apprezzato! 🙂