Le notizie ci arrivano sempre di sera. “Sparatoria a Buffalo, incerto il numero di morti”. “Sparatoria in una scuola di Santa Fe”. “Sparatoria in una scuola elementare in Connecticut, morti diversi bambini”.
Ogni volta, come chiunque, fatico a prendere sonno. E mi abbuffo, ascolto programmi in radio, leggo articoli, seguo i notiziari, acquisto libri. Mappare un territorio, conoscerne i dettagli, i confini e le zone d’ombra mi aiuta a gestire l’orrore, il disgusto, a dare una direzione al senso di angoscia. Anche se, questo è certo, rimane difficile trovare un senso.
Provo a condividere qui con voi qualche risorsa scoperta nel corso di questi anni, una serie di percorsi per provare a capire la questione delle armi negli Stati Uniti. Alcuni di questi suggerimenti saranno già noti a chi studia con me, perché è stato materiale di corsi o singole lezioni; per la maggior parte, però, si tratta di consigli inediti.
Essendo questa una scuola di inglese, i consigli riguarderanno fonti principalmente in inglese. In fondo all’articolo però ho inserito anche una serie di letture in italiano.
Un piccolo disclaimer prima di iniziare: fino a qualche tempo fa, un lungo articolo di approfondimento come questo avrebbe contenuto diversi link affiliati ad Amazon, per cui a me sarebbe arrivato qualche centesimo da ogni acquisto proveniente da un mio suggerimento. In questi ultimi anni però, per ragioni etiche personali, ho deciso di usare Amazon il meno possibile. Mi sembra quindi poco coerente sfruttarlo per farci qualche soldo, pur trattandosi di briciole. Ho deciso quindi di fare insieme a voi un piccolo esperimento oggi. Alla fine di questo articolo troverete un link a Ko-Fi, la piattaforma per fare donazioni. Se questo articolo vi è stato utile, se avete scoperto qualcosa che altrimenti non avreste incrociato, potete dirmi “grazie” attraverso una donazione di 2 euro. Può essere un modo alternativo per supportare il mio lavoro, che come immaginerete prende un sacco di tempo ed energie, se non avete mai acquistato uno dei miei corsi di lingua e cultura americana. Grazie!
Percorsi per provare a capire la questione delle armi negli Stati Uniti
Ho sempre avvertito la questione delle armi negli Stati Uniti in modo molto personale e vicino. Non perché io mi sia mai trovata coinvolta in qualche situazione di pericolo, fortunatamente. Ma perché due delle persone con cui ho passato più tempo nei miei soggiorni là, che più mi stanno a cuore e che ammiro, hanno un arsenale domestico che basterebbe ad armare una squadra di calcio.
Più volte ho cercato di affrontare questo argomento con loro, ma lo faccio con una certa delicatezza e una punta di imbarazzo che appartengono a questa europea che non ha mai dovuto maneggiare un’arma in madrepatria. La sensazione, in realtà, è completamente unilaterale. Come vedremo insieme oggi, per tante persone negli Stati Uniti – inclusi i miei amici – l’argomento delle armi è mundane, quasi banale. Niente per cui provare imbarazzo o disagio, insomma, tanto che qualche anno fa proprio loro mi avevano invitata a imparare a sparare al poligono, e ne era uscito uno dei miei reportage più letti.
Resta il fatto che non dimenticherò mai lo shock del vedere per la prima volta un AK-47 appoggiato al – banalissimo – tavolino davanti alla televisione. E a ogni nuova sparatoria, ritorno alle letture che mi hanno accompagnata in questi anni e che vi racconto qui.

Qualche libro utile da leggere per capire il contesto attorno al dibattito sulle armi
In questi giorni, chiunque (e la loro madre, come direbbero negli Stati Uniti: everyone and their mother) starà commentando la strage avvenuta in una scuola di Uvalde, in Texas (ascoltate come si pronuncia il nome della cittadina a questo link).
Il sovraffollamento di voci e opinioni non ha mai aiutato nessuno, credo, quindi in merito all’evento specifico vi consiglio soltanto una risorsa, che tutti i miei studenti di livello avanzato conoscono e amano perché l’abbiamo utilizzata spesso a lezione. Si tratta delle Letters from an American della giornalista Heather Cox Richardson, che da anni invia una lettera al giorno a migliaia di abbonati raccontando loro notizie e approfondimenti sulla politica e la storia americana. Qui trovate la lettera di ieri, che offre un quadro piuttosto dettagliato di come è cambiato il rapporto degli americani con le armi nella storia. Ci trovate anche la storia della NRA, potente gruppo di pressione legato all’industria delle armi, che era nato nel 1871 come associazione sportiva e che è oggi in gran parte responsabile dell’indottrinamento di migliaia di couch commando oltre al finanziamento delle campagne elettorali di molti politici repubblicani.
Vorrei consigliarvi, invece, qualche lettura che potrebbe esservi utile per capire meglio le discussioni periodiche legate al controllo sulla diffusione e l’accesso alle armi e su chi sono i suoi protagonisti.
Una buona introduzione all’argomento è The Gun Debate: What Everyone Needs to Know, dei professori Philip J. Cook e Kristin A. Goss (Oxford, 200 pagine). Quanti americani posseggono un’arma? Quante armi circolano negli Stati Uniti oggi? Chi ne difende il possesso e chi no? Come funziona l’industria delle armi? Perché è così difficile restringerne davvero l’accesso? Queste sono solo alcune delle domande a cui si cerca di dare una risposta in questa lettura essenziale e pratica sull’argomento.
Quando avrete un’idea più chiara di come si articola oggi il dibattito statunitense attorno alle armi (da entrambe le parti), potrebbe incuriosirvi conoscere meglio la storia del secondo emendamento, quello che secondo la destra sancisce il diritto a possedere armi da fuoco. Una buona lettura in questo senso, allora, sarà The Second Amendment: a Biography di Michael Waldman. Come tutte le letture davvero illuminanti, vi lascerà con una visione più sfumata della questione.
A questo punto (se riuscite: io in tutta onestà ho dovuto interrompere periodicamente la lettura) potreste volgere la vostra attenzione su casi specifici di sparatorie scolastiche. In quel caso, vi consiglio caldamente di partire da quella che si considera la prima sparatoria con tutte le caratteristiche che conosciamo oggi (un ragazzo giovane nei panni dell’assassino, attenzione ossessiva dei canali televisivi h24…): Columbine. Su questa, consiglio la lettura di Columbine di Dave Cullen. Seguito poi da Glimmer of Hope: How Tragedy Sparked a Movement, uno struggente racconto collettivo che cuce insieme poesie, fotografia e racconti in presa diretta della strage di Parkland del 2018 che ha portato alla nascita del movimento giovanile March for Our Lives.
Avrete notato che finora vi ho consigliato esclusivamente titoli di saggistica, perché è dove mi piace navigare più spesso. Se cercate un testo di narrativa, tra le letture imprescindibili c’è questo: This Is Where It Ends di Marieke Nijkamp, pensata per un pubblico YA negli Stati Uniti ma leggibile da chiunque abbia un livello di inglese da Upper-Intermediate in su.
Infine, una chicca (mi sono pentita amaramente di non aver acquistato questo libro nel corso del mio ultimo viaggio negli Stati Uniti, ma era enorme e non mi ci stava nello zaino. Non potevo immaginare che me ne sarei pentita così presto): American Origami è un progetto fotografico dell’artista Andres Gonzalez che riflette su come si dà forma al racconto della tragedia e a come si gestisce il lutto collettivo in occasione di ogni nuova sparatoria scolastica. Il libro raccoglie fotografie dei biglietti e dei pupazzi che arrivano alla scuola da tutto il Paese nei giorni seguenti alla tragedia, ma ritrae anche i quartieri in cui si trovano le scuole che finiscono stampate nella memoria collettiva per far riflettere su quanto siano sempre posti banali, che non hanno nulla di straordinario. La fotografia in apertura di questo paragrafo viene da lì, inoltre ti consiglio di dare un’occhiata a questo video.
Cosa ascoltare per capire la questione delle armi negli Stati Uniti
Quando ho iniziato a lavorare esplicitamente sull’insegnamento dell’inglese americano, avevo in mente un obiettivo chiaro: aiutare chi compie questo percorso con me a imparare la lingua americana attraverso le persone che la usano e le storie che intessono grazie a lei. Ecco perché vado dritta al punto sul materiale da ascoltare, perché si tratta di un catalogo su cui ho costruito un numero imprecisato di lezioni negli ultimi anni.
Sto parlando di StoryCorps, un progetto targato NPR che ben si spiega nel suo sottotitolo: Stories from People of All Backgrounds and Beliefs. Un grande archivio sonoro di storie, curiosità ed esperienze americane, alcune dotate della grandezza dei giganti, altre minute e comuni – ciascuna che contribuisce a tessere il vasto arazzo dell’esperienza americana.
Qualche anno fa Storycorps ha messo insieme un episodio della durata di 20 minuti circa incentrato interamente sul rapporto delle persone con le armi. The echoes of gunfire contiene l’intervista a un uomo che da bambino ha accidentalmente sparato alla sorellina, uccidendola. Un ragazzino racconta della sua prima esperienza di un active shooter drill: l’esercitazione a cui tutti gli scolari si devono sottoporre, per imparare cosa fare nel caso di un attacco a mano armata nella scuola; c’è anche l’intervista a una donna che racconta alla figlia di quella volta in cui è sopravvissuta proprio alla sparatoria di Columbine, nel 1999.
Cosa guardare per capire la questione delle armi negli Stati Uniti
La questione è stata parecchio esplorata dal mondo del cinema e della televisione. Qui di seguito trovate una selezione dei prodotti che ho più apprezzato e che ritengo più utili per cominciare, ma sarò felice se vorrete suggerirne altri nei commenti.
Direi che non si può non cominciare da Bowling for Columbine, il documentario del 2002 che rese Michael Moore una figura riconosciuta a livello internazionale. Con il suo stile molto personale che informa il montaggio e il commentario e che sottolinea in modo provocatorio ma sempre empatico l’assurdità di certe posizioni, racconta il contesto attorno alla sparatoria al liceo di Columbine in Colorado. Vincitore del premio Oscar come migliore documentario nel 2003.
Proprio ieri ho guardato invece Miss Sloane, su suggerimento di Clara di Giovedì mi sveglio di America, un blog e account Instagram che vi consiglio di seguire per approfondimenti sempre molto informati su alcune questioni legate alla politica e alla cultura americana (Clara e io ci siamo conosciute perché anni fa lesse il mio libro su San Francisco proprio a San Francisco, e da lì non ci siamo più lasciate!). Il film segue le vicende di Elizabeth Sloane, aggressiva lobbista per il controllo delle armi. Il linguaggio usato nel film è molto settoriale, ne consiglio la visione in inglese solo a chi ha un inglese molto avanzato (direi C2). Il DVD è in ogni caso facilmente recuperabile in italiano anche presso la vostra biblioteca di fiducia.
Per chi invece ha un livello di inglese base, consiglio un delicato e toccante cortometraggio disponibile su Netflix, che è praticamente muto: If Anything Happens, I love you. Racconta attraverso disegni in bianco e nero, il trauma di due genitori che hanno perso la figlia in una sparatoria scolastica.
Risorse in italiano
Aggiornerò volentieri questo paragrafo anche in base ai vostri suggerimenti, stamattina però ho trovato illuminante questo pezzo di Clara Ramazzotti, insegnante e giornalista italiana che abita negli Stati Uniti e che racconta su Vanity Fair di quando ha dovuto partecipare a un’esercitazione in caso di assalitore a mano armata.
Per ora, vi lascio a esplorare i contenuti elencati qui. Sarò felice, però, se vorrete suggerirne altri nei commenti a questo post.
Questo pezzo vi è stato utile?
Se sì, e se volete sostenere il mio lavoro (che cerco di fare con tanto rispetto e zero superficialità), a questo link troverete la pagina Ko-fi dove potrete offrirmi un caffè. Si tratta di un modo come un altro per farmi capire che questo lavoro vi è stato utile, considerando che mi ha richiesto circa 16 ore di lavoro tra ieri e oggi. Come sempre, grazie. A presto!
4 Comments
Luca
Ciao!
Come risorsa aggiuntiva in italiano suggerisco il libro fotografico “Ameriguns” di Gabriele Galimberti.
Molto interessante anche il suo profilo Instagram.
ElenaRefraschini
In effetti mi ero scordata di inserirlo. Grazie mille, Luca! 🙂
Elena
Suggerisco Elephant di Gus Van Sant.
Lina
Ciao Elena, grazie per i preziosi suggerimenti! Contribuisco con questo illuminante articolo https://www.gq.com/story/inside-federal-bureau-of-way-too-many-guns?intcid=inline_amp
Letto un po’ di tempo da e che mi aprì gli occhi su questo mondo e su quanto ci sia dietro. É un po’ vecchiotto, 2016, ma purtroppo nulla è cambiato in questi anni e, anzi, le dinamiche di potere sono più attuali che mai!