St. Patrick’s Day e l’eredità irlandese negli Stati Uniti: cose da sapere

Oggi si festeggia in tutto il mondo San Patrizio o St. Patrick’s Day, una giornata per celebrare l’eredità irlandese nel mondo.

Negli Stati Uniti si tratta di una festa molto sentita, anche perché i milioni di immigrati dall’Irlanda hanno influenzato in modo sostanziale la storia, la cucina, la musica e la letteratura americana. Poche persone sanno però che dall’irlandese derivano anche alcune parole che si usano oggi nell’inglese americano. Ne parleremo alla fine di questo articolo. Partiamo!

St. Patrick’s Day e l’eredità irlandese negli Stati Uniti: cose da sapere

1. Perché così tanti irlandesi sono fuggiti verso gli Stati Uniti?

Le prime persone di origine irlandese a fuggire verso gli Stati Uniti in grandi numeri risalgono addirittura al periodo coloniale, e proprio loro avranno un’influenza grandissima sulla cultura e sulla lingua che si parla oggi nella zona degli Appalachi.

L’immigrazione massiccia, però, avviene durante il corso del 1800 e del 1900.

Dai tempi della scuola forse ricorderai della Great Famine, o Grande carestia irlandese. Nell’Ottocento, la dieta della maggior parte degli irlandesi si basava sulle patate. Erano facili da coltivare, economiche e molto nutrienti. Ma verso la metà del secolo un parassita distrugge la maggior parte dei raccolti: nel 1852 un milione di persone muore per gli effetti della carestia (su una popolazione totale di 6,5 milioni).

È proprio in questi anni a iniziare l’emigrazione di massa: nel 1855 oltre due milioni di persone lasciano l’Irlanda. La maggior parte arriva negli Stati Uniti.

2. Come venivano accolti gli irlandesi negli Stati Uniti?

Una volta arrivati su suolo americano, per gli irlandesi si prospettava una vita piena di difficoltà. Come succede a qualsiasi popolazione, a qualsiasi latitudine geografica o storica, quando emigra in massa – gli irlandesi subivano discriminazioni di ogni genere. Erano poveri, non erano istruiti, talvolta non parlavano nemmeno inglese. Ma soprattutto, erano cattolici.

Il clima anti-irlandese che si respirava negli Stati Uniti – protestanti – derivava proprio da questo. Ed ecco allora che i nuovi arrivati trovavano posto solo negli slum dei quartieri più malfamati e meno serviti, come il North End di Boston o il Lower East Side di New York. In questi appartamenti minuscoli e umidi, il 60% dei bambini moriva prima di aver raggiunto i 6 anni. Per i loro padri c’erano solo i lavori più pericolosi e peggio pagati, nelle miniere o per le compagnie ferroviarie.

Un’infermiera visita una famiglia irlandese in un “tenement apartment” a New York, circa 1907 (fonte: Irish America)

Tra questi c’era anche un certo Patrick Kennedy, un contadino originario della contea di Wexford che aveva lasciato l’Irlanda nel 1849. Era il bisnonno di John Fitzgerald Kennedy, che ancora un secolo dopo dovrà combattere contro un’agguerritissima campagna anti-cattolica prima di diventare il primo presidente degli Stati Uniti di origini irlandesi e, appunto, cattolico.

Sai che John Fitzgerald Kennedy era famoso per il suo forte accento di Boston? Scopri di più qui

3. L’eredità irlandese oggi

Gli irlandesi hanno contribuito in modo sostanziale alla storia americana e ancora oggi danno forma alla cultura degli Stati Uniti.

Tra gli immigrati che abitavano nel Lower East Side a New York, per esempio, c’erano anche i genitori di Peter “P.J.” McGuire, leggendario leader sindacalista e creatore della prima festa dei lavoratori, o Labor Day, il 1 settembre del 1882. Un’altra celebre figura del sindacalismo americano è Mary Harris, meglio conosciuta come Mother Jones. Soprannome che oggi è omaggiato da uno dei siti di giornalismo investigativo più coraggiosi degli Stati Uniti.

Ma gli irlandesi hanno avuto un impatto sostanziale anche sulle abitudini sociali e culinarie degli americani: in tutto il Midwest troverete una percentuale più alta che altrove di birrifici e pub. Anche questo è da attribuire all’alta percentuale di irlandesi che si trasferirono in queste zone nel corso del Novecento.

Sembrerà banale ma il profumo dell’Irlanda arriva a noi oggi anche grazie all’onomastica: ogni volta che negli Stati Uniti incontrerete qualcuno il cui cognome inizia con O’ (O’Farrell, O’Connell, ma anche Scarlet O’Hara di Via col Vento), sappiate che ha antenati irlandesi. Anche i nomi femminili Kathleen ed Eileen sono variazioni irlandesi dei più comuni Catherine e Helen.

4. La lingua irlandese nell’inglese americano

Sono certa che vi stupirà saperlo, ma alcune parole di origine gaelica fanno parte oggi del vocabolario americano.

Shanty, baracca, deriva dall’irlandese. Peraltro, “Shanty Irish” era il termine dispregiativo con cui ci si riferiva agli irlandesi poveri nel corso del Novecento.

Due tra le mie parole preferite in inglese americano, poi, hanno chiare origini irlandesi.

Shenanigans, che è difficile da tradurre esattamente ma indica un’azione fatta con intento malevolo. Una marachella se parliamo di un bambino, ma anche una bravata o dei maneggi se parliamo di persone adulte. I can’t stand our politicians and all their shenanigans!

E smithereens, che indica quando qualcosa si rompe in mille pezzi. My heart was shattered into smithereens when my grandma died.

5. St. Patrick’s Day in America

La celebrazione di San Patrizio ha un posto speciale nel cuore degli americani, specie in quelle zone dove la presenza di irlandesi-americani è molto forte.

Tra le celebrazioni più famose c’è quella che avviene ogni anno a Chicago, quando una parata sfila per le strade del centro e il Chicago River viene colorato di verde. Oltre 400.000 persone partecipano ai festeggiamenti con gadget un po’ kitsch e accessori verdi.

Altre parate celebri avvengono a Boston e a New York, ma anche a Savannah e a Scranton, Pennsylvania. Non a caso, luoghi che storicamente hanno accolto un gran numero di immigrati irlandesi.

 

Ti è mai capitato di essere negli Stati Uniti durante St. Patrick’s Day? Se sì, raccontacelo![/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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