5 cose che ti sei perso se non hai mai visto “Una poltrona per due” in inglese americano

C’è solo una cosa a cui pensiamo quando ogni anno arriva la Vigilia di Natale: c’è “Una poltrona per due” in TV! Il classico di Eddie Murphy e Dan Aykroyd viene trasmesso sui canali di tutto il mondo da almeno un ventennio, e quest’anno non sarà diverso.

In onore di questa tradizione, ho deciso di dedicare un articolo a tutte le cose che ti sei perso se non hai mai visto “Una poltrona per due” in inglese, o se non hai almeno un’infarinatura di cultura americana.

Sì, perché devi sapere che i miei corsi di lingua e cultura americana non sono strutturati attorno a concetti grammaticali (“oggi impariamo il Present Perfect, evviva!” said nobody ever), ma a “cose americane“. Quindi un giorno parliamo della figura di Kennedy e studiamo l’accento di Boston, insieme a qualche forma del Past Simple presa dai suoi discorsi presidenziali. Un altro, esploriamo le parole che hanno a che fare con i soldi e lo shopping – risparmiare, spendere, riportare in negozio, farsi dare un buono – partendo da una scena di Friends. Per gli studenti è molto stimolante esplorare il linguaggio americano attraverso i suoi prodotti culturali e così imparano meglio e più in fretta.

Questo film è il canovaccio sul quale ho creato diverse lezioni di inglese americano, e visto che a Natale siamo tutti più buoni ho deciso di condividere qui qualche perla che i miei studenti hanno trovato curiosa. Chissà mai che qualche indeciso non si innamori così del mio metodo di insegnamento, che mescola lingua e cultura americana in un modo che non esisteva prima in Italia.

Le 5 cose che ti sei perso se non hai mai visto “Una poltrona per due” in inglese americano

1) Il titolo

una poltrona per due trading places

Non ho mai capito il motivo per cui in italiano il titolo del film sia Una poltrona per due: quella poltrona non è mai stata, davvero, per due. Il titolo originale è molto più denso di significato: Trading places, infatti, significa “scambiarsi di posto”. Non solo, però: contiene anche un doppio senso perché “trading” è, ovviamente, l’attività finanziaria che sta dietro a gran parte del film. Non ci lamentiamo: nella traduzione dei titoli dei film in italiano, si è fatto di molto peggio.

2) L’ambientazione

liberty bell philadelphia trading places

Il film è ambientato a Philadelphia, scelta piuttosto curiosa per una commedia natalizia. Si tratta di una città che qualsiasi americano, però, collega immediatamente alla nascita del proprio Paese. Qui infatti venne firmata la Dichiarazione d’Indipendenza nel 1776 e sempre qui venne redatta la Costituzione. Uno tra i primi fotogrammi del film ci mostra la Liberty Bell, grande simbolo nazionale. Situata nell’Independence National Historical Park, la campana serviva per allertare i cittadini dell’inizio di assemblee pubbliche e venne soprannominata “Liberty” dagli abolizionisti. I fan della serie tv How I Met Your Mother (E alla fine arriva mamma) se la ricorderanno perché Barney voleva convincere Ted ad andare a Philadelphia “to lick the Liberty Bell”. Non sono riuscita nemmeno io nell’impresa di leccare la campana, ma mi sono accontentata di una foto da vicino per far ridere gli amici in Italia…

3) Le scene iniziali

salvation army trading places

Le scene iniziali ci portano in diversi quartieri della città di Philadelphia. Vediamo una serie di case sull’acqua con alcuni canottieri mentre remano: quella è la celebre Boathouse Row, dove si sono allenati alcuni dei atleti più celebri degli Stati Uniti tra cui John B. Kelly, vincitore di tre ori alle Olimpiadi e padre di una certa Grace Kelly. Il fotogramma successivo ci mostra l’iconico simbolo rosso della Salvation Army, una controversa società caritatevole a cui gli americani periodicamente fanno donazioni in denaro e portano vestiti usati (l’avrete magari sentita nominare in altri film, a volte il nome viene tradotto con l’Esercito della Salvezza). L’intento è quello di sottolineare la grande disparità di condizioni di vita in una tipica città americana, dove spesso l’estrema indigenza vive accanto alla ricchezza più sfrenata.

Questa giustapposizione è una mise en abyme della trama del film stesso, l’eterna questione nature vs. nurture. Per verificare se è il patrimonio genetico o l’ambiente in cui una persona cresce a essere decisivo, i due fratelli Duke decidono di prendere il rampollo Louis Winthorpe III e gettarlo in rovina, facendogli credere di aver perso tutto ciò che aveva nella vita; allo stesso tempo, offrono al con artist Billie Ray Valentine una posizione di rilievo nella loro azienda. Appunto, trading places.

4) I doppi sensi

I doppi sensi (in inglese double entendre innuendo, come l’album dei Queen) o i giochi di parole sono molto difficili da rendere in un’altra lingua, quindi in un film rispetto alla versione originale ci sarà sempre una – grande o piccola – perdita di significato. Ho selezionato due esempi da mostrarti qui.

  • All’inizio del film, i fratelli Duke conducono i loro affari dall’auto mentre sono al telefono con Winthorpe. Ecco il dialogo (avviene a più o meno 8 minuti dall’inizio del film):

MORTIMER: Winthorpe si sbaglia! Questo è il massimo! Io dico di vendere adesso, Randolph!
RANDOLPH: Oh, via, solo qualche altro secondo.
MORTIMER: Il mercato sta chiudendo. Non faremo più in tempo a comprare.
RANDOLPH: Ecco, vedi? Abbiamo guadagnato 347mila dollari in più in questi trenta secondi.
MORTIMER: Mi chiami Winthorpe.
LOUIS: Ah, certo, non ne ho dubitato un solo istante, mio caro Mortimer. Oh, sì, saranno in parecchi a volersi rimpinzare di pancetta di maiale. Ci vediamo al club.

Quel “saranno in parecchi a volersi rimpinzare di pancetta di maiale” corrisponde nella versione originale a questa battuta: “I’m sure a lot of people went belly-up on that one”. Peccato che il significato sia completamente perso: “to go belly-up”, infatti, è un’espressione del business English informale che significa “fallire” (rimanda al fatto che il pesce, quando muore, rimane a pancia in su). Si è tentato, insomma, di conservare il riferimento a “belly”, ovverlo la pancetta, perdendo però completamente il messaggio che a seguito della decisione dei Duke su consiglio di Winthorpe “molte aziende sono fallite”. In questo caso, secondo me, c’è una perdita di significato piuttosto grande.

Vediamo un altro esempio.

  • Nella scena del ristorante (quella della foto qui sopra), a poco più di un’ora dall’inizio del film, uno dei commensali, il presidente della borsa, racconta una storia molto comune che ha come protagonista una lumaca. In inglese, la storia fa più o meno così:

Once there was a snail who was tired of being slow. He went out and bought a really fast sports car and had the dealer paint a big ‘S’ on each side of it. Whenever someone saw him zooming past in his new car, they would say, “Hey, look at that S-car go!”

Ora, ovviamente quel look at that S-car go, gioco di parole tra “guarda come schizza quell’auto” e “guarda quella lumaca” (escargot) non avrebbe funzionato in italiano. I traduttori, allora, hanno deciso di prendere una strada diversa: hanno cambiato la storia, cercando di mantenere la parte essenziale del messaggio, ovvero l’intento umoristico.

Ecco la versione italiana:

Allora, c’è una due cavalli, entra in un autosalone dove vendono Cadillac, e si avvicina al venditore e gli fa: “Vorrei una Cadillac”. Allora, lei gli dice: “La prego, me la presenti. Vorrei quella grande, l’ultimo modello”. Il venditore è allibito. “Scusi, perché gliela devo presentare?”. “Perché me la voglio sposare”. Il venditore: “Ma perché ci tiene tanto a sposare una Cadillac?”. E la due cavalli fa: “Io sono stufa di fare l’utilitaria, e voglio che quando la gente mi vede dica: quella sì che è una signora macchina”.

La storia è banale ma divertente. Messaggio ricevuto! 🙂

5) Gli accenti

prigione una poltrona per due

L’inglese americano non è una lingua monolitica: al suo interno (come qualsiasi altra lingua) contiene una varietà quasi infinita di dialetti. Il tipo di inglese che un personaggio parla, dunque, non è quasi mai lasciato al caso e ci regala tantissime informazioni.

In Trading Places ho preso come esempio due accenti principali.

Il primo è quello di Winthorpe. Per sottolineare il suo essere cresciuto in un ambiente privilegiato, l’accento che parla è quello che si definisce cultivated accent: è caratterizzato da una certa artificiosità (è quello che si parla anche nei vecchi film in bianco e nero, una parlata che non ha riscontri nel mondo reale) e dalla mancanza delle erre (tecnicamente si chiama “accento non-rotico”). Questa mancanza delle erre è associata soprattutto all’accento di Boston e di Harvard. Notate infatti, se vi capita, come i fratelli Duke pronunciano il nome dell’università all’inizio del film. Non dicono “Harvard”, ma qualcosa di più simile a “Ha-vah-d”. Ascolta in questo video la frase classica che si chiede sempre a un bostoniano di pronunciare: “Park your car in Harvar Yard” (che sarà tipo: pah-k yo cah in Ha-vah-d yah-d). Winthorpe, per la maggior parte del tempo ma soprattutto all’inizio del film, ha questo tipo di erre.

Il secondo accento che incontriamo è, naturalmente, quello afroamericano, ovvero quello di Billy Ray Valentine. Prima di tutto, una premessa: quella degli afroamericani, dal punto di vista della linguistica, si considera una vera e propria lingua. Aderisce infatti a regole grammaticali, fonetiche, stilistiche precise.

Prendiamo come esempio questa scena disponibile su Youtube, dove vediamo Valentine in cella mentre racconta di un fantomatico scontro con la polizia. Tutti i personaggi qui, tranne il prigioniero bianco, parlano l’inglese afroamericano. Si sente benissimo al minuto 1:00, quando un prigioniero osserva: “When they brought you in here, and booked you, you was cryin’ like a pussy” (ovvero: “quando ti hanno portato qui piangevi come una femminuccia”).

Anziché dire “you were crying” (come sarebbe corretto nell’inglese americano), lui usa “was”, utilizzando una concordanza soggetto-verbo più regolare di quella standard. Questa scelta grammaticale è tipica dell’inglese afroamericano, che coniuga i verbi così: I go – you go – he go (non goes) – we go – you go – they go.

Mano a mano che Valentine si integra nella sua nuova vita da ricco, tende a perdere alcuni di quei tratti che rendevano il suo modo di parlare così diverso rispetto agli altri personaggi bianchi, segnale di un suo “acclimatamento” al nuovo ambiente. Viceversa, quando Valentine e Winthorpe si alleano verso la fine del film, allora i tratti linguistici afroamericani faranno capolino di nuovo nella parlata di Murphy, per sottolineare la differenza dell’ambiente in cui i due personaggi sono cresciuti.

We’re gonna kill those motherf*ckers!

La lingua americana, come avrai notato, veicola una grandissima quantità di informazioni nella scelta dell’accento. Questa è una ricchezza che, per ovvie ragioni, è sempre difficile trasporre in una nuova lingua. A proposito di film di Natale, una cosa molto simile succede anche in Mamma ho perso l’aereo, dove nella versione italiana si perde l’origine working class del ladro interpretato da Joe Pesci, come ti racconto qui.

Spero che questa lista di chicche culturali e linguistiche ti sia piaciuta, e che altro dire se non… buona visione! 🙂

Questo articolo fa parte di una serie di Inglese Americano che, ogni anno, analizza le versioni in inglese e in italiano di diversi film natalizi. Ecco le altre puntate:

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